"L'articolo 73 del T.U. del dpr 309/90 prevede fino a 20 anni di reclusione per chi "coltiva, fabbrica, estrae, raffina, OFFRE o mette in vendita, cede o riceve a qualsiasi titolo, distribuisce, commercia, acquista, trasporta, esporta, importa, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo o comunque illecitamente detiene sostanze stupefacenti o psicotrope".
Ora potete dire che sono pazzo o psicotropo, fate vobis. Ma non azzardatevi a chiedermi di passarvi un cannone... (per poi sentirmi pure dire: "ahò m'hai lasciato solo du botti") perché 20 anni di gabbio non mi allettano per nulla. Che poi nel Belpaese non me li farò mai ed al massimo farò qualche mese con tutte le attenuanti eccetera è certo, ma non è un buon motivo per deturpare la mia, diciamo pulitissima, fedina penale.
Tuttavia se mi prendo un bel boccione di Chianti e a Gennaio, completamente nudo, la verso in testa ai miei amici ridendo sguaiatamente in piazza, rischio due ceffoni e forse una notte al fresco, più freddo di prima. Se invece in discoteca esco che ho il sangue così alcolico che a settembre invece dell'esame del sangue il medico fa la Vendemmia e mi beccano che guido mi ritirano la patente. Ma anche se ho bevuto due birre. In Italia nel 2002 avevamo 866.267 minorenni che bevevamo e sappiamo che non è legale, giustamente. Ma lì si chiude un occhio, mentre se voglio fare girare una fiaccoletta con gli amici mi rischio 20 anni. Mi sorge spontanea una domanda non originalissima, ma che ogni volta desta curiosità: Ma perché?
Perché l'alcool, che fa malissimo (e non produce solo la famosa cirrosi epatica, ma molte altre malattie gravissime), va alla grande e le droghe leggere, che in confronto sono quasi innocue, sono inquisite come se fossero eresie moderne?
Ma ovviamente... quando una cosa si chiama droga... o roba tossica cambia tutto! Infatti a Roma (non so da altre parti) "accannato" non significa essere un rasta bontempone, ma "essere lasciati" (dal ragazzo/a o in qualche luogo) mentre la parola "drogato" significa quello che significa in tutta Italia e la cannabis essendo considerata una droga ti affibbia la tua etichetta, non si scappa. Notate bene: eroinomane, cocainomane... è molto diverso; le droghe leggere non sono manie o dipendenze (parlo di gravi stati degenerativi psico-fisici) ma piaceri o vizi, che non invidiano nulla a due birrette il sabato sera. E Ancora: se sei un "drogato" sei sia un eroinomane che un consumatore di cannabis, ma se sei un alcolizzato non sei considerato un "drogato".
Cosa è successo? Chiariamo che l'alcool è un fattore molto antico nella società "europea" ed è un mito culturale: i Greci avevano Dioniso, i Romani Bacco, gli italiani in genere adoravano la divinità liber pater... si facevano delle feste in cui succedevano dei bordelli veri e propri, cose assurde insomma. Infatti la cultura prende piede, prima i greci, poi i romani.. poi l'Europa più o meno. Si sono salvati gli islamici, che sono i veri ed unici proibizionisti, e i giamaicani che oltre a bere come degli inglesi allo stadio fumano per raggiungere il loro Dio "Jah" ( di qui...Gan-ja(h)= erba di Dio).
La verità è che la droga è qualcosa che culturalmente è stato scoperto quando le coscienze dei popoli più sviluppati erano già ben radicate e mature. Esse quindi hanno rigettato le sostanze stupefacenti, viste come un uno strano intruso dell'inconscio, probabilmente perché ne avevano già uno di intruso (in casa loro): l'alcool.
Concludo con una frase di Baudelaire: "Il vino e l'uomo mi fanno pensare a due lottatori tra loro amici, che si combattono senza tregua, e continuamente rifanno la pace. Il vinto abbraccia sempre il vincitore".
mercoledì 14 gennaio 2009
Dura lex, sed lex: alcool vs. droga
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